20 dicembre 2008

First day in San Diego

San Diego è una bella città. La gente è gentile, c'è il mare e il sole splende.
Ma che freddo fa? La felpa non basta e le prossime tappe saranno più a nord... Mi toccherà fare degli acquisti... E dove li metto poi? Ennesima sensazione che il bagaglio fatto sia sbagliato.

*Passeggiata sulla spiaggia, zona Jolla.

19 dicembre 2008

Verso San Diego

Nonostante abbia preparato il bagaglio più contenuto della mia storia, mi hanno fatto imbarcare lo zaino: 15 buks... tanto valeva portare il trolley grosso! Ovviamente al momento dell'imbarco noto che più di una persona ha due borse come le avevo io. Questa farsa in cui rimango sempre intrappolata inizia a stancarmi sul serio. Dev'essere che c'ho scritto Gioconda o sono troppo tranquilla. Devo iniziare a mostrare i canini.

Il primo volo è in orario e ho pure un vicino simpatico che lo fa trascorrere veloce. Mentre parliamo acquisto sempre più la consapevolezza di essere finita in un'università per molti aspetti anomala e che altrove gli studenti americani sono, forse, più simili a quelli italiani. Il bisogno di fuggire da quella che, a volte, definisco gabbia, va crescendo di giorno in giorno.

Per ora si va a San Diego, città natale di ho incontrato sul primo aereo che invece sta andando a surfare con lo snow board a Salt Lake city.

Già sul secondo volo, mentre mi sto addormentando, il capitano annucia il ritardo e mi sveglia. Non riesco più a prendere sonno e trascorro le ore del viaggio cercando di leggere l'unica cosa non rimasta nello zaino imbarcato: il dizionario. Il viaggio è interminabile, non ho alcuna percezione del tempo per via del fuso e della mancanza dell'orologio che mi si è rotto il giorno prima.

Iniziamo bene.

17 dicembre 2008

Giorno di esami

[...]
I guess being colored doesn't make me not like
the same things other folks like who are other races.
So will my page be colored that I write?
Being me, it will not be white.
But it will be
a part of you, instructor.
You are white-
yet a part of me, as I am a part of you.
That's American.
[...]

Theme for English B (1949), Langstone Hughes.

15 dicembre 2008

Sconsigliato ai precisi

Prima che sia troppo tardi, cioè prima di essere espulsa dagli Stati Uniti per futili motivi che qui vengono definiti "requirements", mando a pixel l'alloggio nel quale mi sono trasferita dopo aver lasciato le coreane.
Si trova in Spring Str., in un palazzo chiamato "Little Rock". Ci viviamo in due io e Valentin, il German T.A.: un casinaro pazzesco che cerca costantemente di evitare qualsiasi faccenda domestica e azione per mantenere la situazione quantomeno apparentemente gestibile tipo: chiudere gli sportelli, tenere almeno le calze in camera sua, togliere dal tavolo le briciole... Però è un tipo tranquillo, non organizza party (ci va che si fa meno fatica), non cucina piatti maleodoranti nè occupa tutti gli scaffali del frigo con junk food...
Con un po' (tanta) di pazienza una convivenza che funziona.

Mi scuso fin d'ora per la scarsissima qualità della registrazione e della speaker. Come si suol dire migliorerà crescendo, hopefully.

6 dicembre 2008

Nell'ordine le immagini viste venerdì 5 dicembre nel tardo pomeriggio uscendo di casa.
Nella notte ha continuato a nevicare. Ora è tutto bianco.
Sempre più preciso, così preciso...
L'aria riempie il naso meglio di una caramella balsamica e il cielo riposa gli occhi:
il clima dell'Indiana mi dà grandi soddisfazioni.

5 dicembre 2008

Cosa dicono di noi

L'altro ieri per mail mi è stato inviato il link all'articolo che segue, pubblicato sul sito della National Public Radio. Parla dell'Italia e di come le donne sono vittime del sessismo maschile. Non ho potuto che confermare. E quando, a pranzo, una docente americana mi ha chiesto: "Oggi tra le news hanno detto che il femminismo italiano è morto, è vero?".
Non so rispondere a quest'ultima domanda, ma ogni volta che in Italia ho affermato di essere femminista sono stata guardata con diffidenza, se pur di sottecchi.

In Italy, Feminism Out, Women as Sex Symbols In
by Sylvia Poggioli

Morning Edition, December 3, 2008 · Americans and northern Europeans visiting Italy often comment on the sheer quantity of exposed female flesh in advertising and on TV shows.
That exposure is inversely proportional to the presence of women in the labor force, in management and in politics.
Feminists place a lot of the blame for the commercial use of the female body at the door of Italian Prime Minister Silvio Berlusconi.
A recent popular TV show was a contest for two showgirl slots on a top satirical program. More than 5,000 women applied, and the prime requisites were perfect bodies and the ability to dance on tabletops.
Both on public television and on networks owned by Berlusconi, who also is a media tycoon, scantily dressed women can been seen — but rarely heard — on all types of programs, from quizzes to political talk shows.
Showgirl As Role Model
Opinion polls indicate that the showgirl is the No. 1 role model for young Italian women, including 21-year-old student Livia Colarietti.
"If I were a little thinner, I would have joined the contest to become a showgirl," Colarietti says. "I enjoy those shows. I really like to watch them."
One very successful showgirl is Mara Carfagna, who left an uncertain singing career for politics. Berlusconi chose her for the slot of minister of equal opportunity — and both denied media reports that they were having an affair.
Satirist Sabina Guzzanti has publicly scorned the former topless calendar girl.
"I took strong position because it is absolutely a scandal," Guzzanti says. "Here we have more a pinup exactly than a showgirl, someone showing her body, and she became minister of equal opportunities."
Veteran feminist Grazia Francescato concedes that Carfagna is winning with her ways.
"We have gone from equal opportunities to equal opportunism," Francescato says. "You try to be very appealing to the other sex, especially to very powerful men. "I am very, very disappointed by women."
Feminists were powerful in the 1970s, winning universal health care and legalization of divorce and abortion, but then there was a backlash.
Sexism In Italy
Today, Italy has the lowest percentage of working women in Europe. Only 2 percent of top management positions are held by women — that's even behind Kuwait — and only 17 percent of the members of parliament are women — less than in Rwanda and Burundi.
Television has become women's prime showcase.
"To sell your body for a calendar, for a career, is not considered now so bad for many young women," says social scientist Elisa Manna, who has studied this issue's impact on Italian society. "This kind of attitude is connected to television, because they have this kind of model in every hour of the day."
With remote in hand, a viewer can zap from game shows with giggling girls in bikinis to prime-time anchorwomen with plunging necklines. All of this sexiness on television began with the birth of Berlusconi's networks in the 1980s.
The 72-year-old prime minister speaks openly about sex. He recently bragged, "I sleep for three hours, and still have enough energy to make love for another three.''
Female Solidarity Out Of Fashion
The Berlusconi TV model is widely seen as having shaped Italy's contemporary society, and journalist Lilli Gruber says feminism and solidarity among women are out of fashion.
A former TV anchorwoman who resigned from public television in protest over Berlusconi's control of the media, Gruber says most women appear unwilling or unable to assert themselves and too weak to fight.
"To fight back against growing sexism, growing violence against women and domestic violence especially, fight back all these politicians who don't move an inch in order to allow women to be in charge and take on responsibilities," Gruber says.
She points out, however, that the majority of Italians now studying in universities are women — a generation that she believes won't be passive and might even succeed in breaking down Italy's old-boy network.

Spero che la Gruber abbia ragione, ma non mi sento così ottimista.
Se, come dice, è vero che oggi la maggior parte degli studenti universitari sono donne, al tempo stesso, credo che il culto per l'immagine non risparmi nessuno e che in Italia i canoni di bellezza siano diversi e proprio perciò più estesi.

Negli States esiste tuttora la classica pin up: la donna tutta curve e maquillage che sculetta in shorts, l'oca per intenderci (la stupida che a quanto pare piace se la catena di ristorani Hooters, dove pseudo conigliette in canotta bianca, pantaloncini arancioni, sneakers e calzettoni, ha centinaia di locali). Poi ci sono le donne belle o brutte, curate o meno.

Da noi ho l'impressione che sia diverso. Le oche sono ritenute tali mentre tutto l'universo femminile è sotto una fortissima pressione estetica.
Bella e intelligente se possibile. Ho messo al primo posto l'aspetto estetico non a caso, ovviamente, e accanto ad esso ci vorrebbe la specificazione: magra, anzi magrissima è meglio. Non ci crede, infatti, più nessuno al finto complimento "ma tu hai le forme". I canoni estetici attuali sono diventati rigidissimi negli ultimi anni e non risparmiano nessuno.
Inoltre la bellezza italiana non deve essere artificiale, e questo è un fattore positivo se inteso col suo contrario: naturale, cioè sano, genuino. Tuttavia a guardare gli scaffali di farmacie, profumerie, supermercati... non si direbbe. Pile di creme anticellulite, anticuscinetti, sostieni seno, sostieni glutei, braccia... Qui questa merce è quasi inesistente e mi riferisco non solo a Greencastle, ma anche a Indianapolis e Miami.
Tuttavia una studentessa mi ha detto che un'amica della madre in quanto giornalista televisiva si deve sottoporre a regolari controlli di peso per poter apparire sullo schermo (questo a Indianapolis), ma non ho informazioni più dettagliate né so come funzioni in Italia.
A conferma invece della sensazione sopra descritta ho trovato un'intervista rilasciata dal direttore del neo nato Playboy in versione italiana, Gian Maria Madella che dice:
"Quello che è certo è il fatto che le modelle e le attrici che verranno proposte sulle pagine della versione italiana di Playboy saranno certamente lontane dallo stereotipo delle conigliette made in USA, questo perché da noi i canoni di bellezza sono diversi, e dunque, la ricerca fotografica verterà su un profilo più sofisticato e raffinato".
Ad ogni modo pure Playboy arriverà da noi e (da notizie lette su qualche blog) pare anche Hooters... tutto mondo è paese e riusciamo sempre a importare il peggio.

Per quel che riguarda la politica, l'articolo dice già tutto e ancora mi chiedo come le donne possano votare i maschilisti.

Nell'ambito lavorativo so che in America ci sono delle quote. Ad esempio l'università è costretta ad assumere un certa percentuale di donne. Non so se sia un bene o una sorta di discriminante al contrario.

Alle donne che hanno raggiunto i posti chiave, comunque, quote e bellezza non sono stati sufficienti. Ci vuole ben altro e mi chiedo a quanto di sé quelle donne abbiano dovuto rinunciare per arrivarci, ma qui si aprirebbe una voragine sulla quale al momento preferisco rimanere sospesa.

Dall'oroscopo

Il mio oroscopo settimanale di Robert Brezsny non è il massimo, non lo era nemmeno quello della scorsa settimana. Infatti mi hanno minacciata di espulsione.
Carino invece il compito per tutti:
Sai quello che devi fare e sai quando farlo, ma finora hai
cercato di nasconderlo a te stesso. Perché?
Mah... domanda un po' ambiziosa.
Io tra i requirements (termine che per capire ho dovuto sperimentare, mio malgrado) volevo postare un articolo made in Usa sull'Italia e il sessismo. Domani, domani.
Oggi è un altro giorno già andato.