5 dicembre 2008

Cosa dicono di noi

L'altro ieri per mail mi è stato inviato il link all'articolo che segue, pubblicato sul sito della National Public Radio. Parla dell'Italia e di come le donne sono vittime del sessismo maschile. Non ho potuto che confermare. E quando, a pranzo, una docente americana mi ha chiesto: "Oggi tra le news hanno detto che il femminismo italiano è morto, è vero?".
Non so rispondere a quest'ultima domanda, ma ogni volta che in Italia ho affermato di essere femminista sono stata guardata con diffidenza, se pur di sottecchi.

In Italy, Feminism Out, Women as Sex Symbols In
by Sylvia Poggioli

Morning Edition, December 3, 2008 · Americans and northern Europeans visiting Italy often comment on the sheer quantity of exposed female flesh in advertising and on TV shows.
That exposure is inversely proportional to the presence of women in the labor force, in management and in politics.
Feminists place a lot of the blame for the commercial use of the female body at the door of Italian Prime Minister Silvio Berlusconi.
A recent popular TV show was a contest for two showgirl slots on a top satirical program. More than 5,000 women applied, and the prime requisites were perfect bodies and the ability to dance on tabletops.
Both on public television and on networks owned by Berlusconi, who also is a media tycoon, scantily dressed women can been seen — but rarely heard — on all types of programs, from quizzes to political talk shows.
Showgirl As Role Model
Opinion polls indicate that the showgirl is the No. 1 role model for young Italian women, including 21-year-old student Livia Colarietti.
"If I were a little thinner, I would have joined the contest to become a showgirl," Colarietti says. "I enjoy those shows. I really like to watch them."
One very successful showgirl is Mara Carfagna, who left an uncertain singing career for politics. Berlusconi chose her for the slot of minister of equal opportunity — and both denied media reports that they were having an affair.
Satirist Sabina Guzzanti has publicly scorned the former topless calendar girl.
"I took strong position because it is absolutely a scandal," Guzzanti says. "Here we have more a pinup exactly than a showgirl, someone showing her body, and she became minister of equal opportunities."
Veteran feminist Grazia Francescato concedes that Carfagna is winning with her ways.
"We have gone from equal opportunities to equal opportunism," Francescato says. "You try to be very appealing to the other sex, especially to very powerful men. "I am very, very disappointed by women."
Feminists were powerful in the 1970s, winning universal health care and legalization of divorce and abortion, but then there was a backlash.
Sexism In Italy
Today, Italy has the lowest percentage of working women in Europe. Only 2 percent of top management positions are held by women — that's even behind Kuwait — and only 17 percent of the members of parliament are women — less than in Rwanda and Burundi.
Television has become women's prime showcase.
"To sell your body for a calendar, for a career, is not considered now so bad for many young women," says social scientist Elisa Manna, who has studied this issue's impact on Italian society. "This kind of attitude is connected to television, because they have this kind of model in every hour of the day."
With remote in hand, a viewer can zap from game shows with giggling girls in bikinis to prime-time anchorwomen with plunging necklines. All of this sexiness on television began with the birth of Berlusconi's networks in the 1980s.
The 72-year-old prime minister speaks openly about sex. He recently bragged, "I sleep for three hours, and still have enough energy to make love for another three.''
Female Solidarity Out Of Fashion
The Berlusconi TV model is widely seen as having shaped Italy's contemporary society, and journalist Lilli Gruber says feminism and solidarity among women are out of fashion.
A former TV anchorwoman who resigned from public television in protest over Berlusconi's control of the media, Gruber says most women appear unwilling or unable to assert themselves and too weak to fight.
"To fight back against growing sexism, growing violence against women and domestic violence especially, fight back all these politicians who don't move an inch in order to allow women to be in charge and take on responsibilities," Gruber says.
She points out, however, that the majority of Italians now studying in universities are women — a generation that she believes won't be passive and might even succeed in breaking down Italy's old-boy network.

Spero che la Gruber abbia ragione, ma non mi sento così ottimista.
Se, come dice, è vero che oggi la maggior parte degli studenti universitari sono donne, al tempo stesso, credo che il culto per l'immagine non risparmi nessuno e che in Italia i canoni di bellezza siano diversi e proprio perciò più estesi.

Negli States esiste tuttora la classica pin up: la donna tutta curve e maquillage che sculetta in shorts, l'oca per intenderci (la stupida che a quanto pare piace se la catena di ristorani Hooters, dove pseudo conigliette in canotta bianca, pantaloncini arancioni, sneakers e calzettoni, ha centinaia di locali). Poi ci sono le donne belle o brutte, curate o meno.

Da noi ho l'impressione che sia diverso. Le oche sono ritenute tali mentre tutto l'universo femminile è sotto una fortissima pressione estetica.
Bella e intelligente se possibile. Ho messo al primo posto l'aspetto estetico non a caso, ovviamente, e accanto ad esso ci vorrebbe la specificazione: magra, anzi magrissima è meglio. Non ci crede, infatti, più nessuno al finto complimento "ma tu hai le forme". I canoni estetici attuali sono diventati rigidissimi negli ultimi anni e non risparmiano nessuno.
Inoltre la bellezza italiana non deve essere artificiale, e questo è un fattore positivo se inteso col suo contrario: naturale, cioè sano, genuino. Tuttavia a guardare gli scaffali di farmacie, profumerie, supermercati... non si direbbe. Pile di creme anticellulite, anticuscinetti, sostieni seno, sostieni glutei, braccia... Qui questa merce è quasi inesistente e mi riferisco non solo a Greencastle, ma anche a Indianapolis e Miami.
Tuttavia una studentessa mi ha detto che un'amica della madre in quanto giornalista televisiva si deve sottoporre a regolari controlli di peso per poter apparire sullo schermo (questo a Indianapolis), ma non ho informazioni più dettagliate né so come funzioni in Italia.
A conferma invece della sensazione sopra descritta ho trovato un'intervista rilasciata dal direttore del neo nato Playboy in versione italiana, Gian Maria Madella che dice:
"Quello che è certo è il fatto che le modelle e le attrici che verranno proposte sulle pagine della versione italiana di Playboy saranno certamente lontane dallo stereotipo delle conigliette made in USA, questo perché da noi i canoni di bellezza sono diversi, e dunque, la ricerca fotografica verterà su un profilo più sofisticato e raffinato".
Ad ogni modo pure Playboy arriverà da noi e (da notizie lette su qualche blog) pare anche Hooters... tutto mondo è paese e riusciamo sempre a importare il peggio.

Per quel che riguarda la politica, l'articolo dice già tutto e ancora mi chiedo come le donne possano votare i maschilisti.

Nell'ambito lavorativo so che in America ci sono delle quote. Ad esempio l'università è costretta ad assumere un certa percentuale di donne. Non so se sia un bene o una sorta di discriminante al contrario.

Alle donne che hanno raggiunto i posti chiave, comunque, quote e bellezza non sono stati sufficienti. Ci vuole ben altro e mi chiedo a quanto di sé quelle donne abbiano dovuto rinunciare per arrivarci, ma qui si aprirebbe una voragine sulla quale al momento preferisco rimanere sospesa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao lilli... oggi ho finalmente avuto una giornata intera di cazzeggio e tempo libero, così ho ripreso il mano il tuo bellissimo blog e sono andata a leggermi i post che mi erano sfuggiti.Questo, se nn ti dispiace, lo metto come link sulla mia pagina, in modo che venga letto (si spera) da amici o presunti amici feisbuchiani, vediamo che dicono.Se per caso di apre un minuscolo spazietto di riflessione.
u bacione,a presto
Silvia

lili ha detto...

@Silvia - felicissima di vederti da queste parti e contenta di saperti condividere il post. Grazie mille per il link: non può che lusingarmi.
Anch'io spero nella riflessione e credo certi temi andrebbero ripresi in seria considerazione!
Tanti baci e un abbraccio