31 agosto 2008
Agli obblighi
30 agosto 2008
In God I trust
La costante preghiera avrebbe potuto rivelarsi utile.
Fortunatamente non mi serve per andare a sbirciare un locale in zona dove fanno musica dal vivo. La speranza è stretta nella tasca dei jeans.
29 agosto 2008
Appendice al post di ieri
Purtroppo stamattina non c'era il sole. Prometto altri scatti: gli spunti non mancano.
28 agosto 2008
la zia
Una zia suffragetta fuori tempo massimo, insomma.
*Ovviamente non è un mio acquisto, ma della coinquilina... però esiste ancora! Mi sa che la tengo come soprammobile :-)
27 agosto 2008
Politically incorrect
Nel pomeriggio ho preso parte al corso di "Globalization/Migration" che si concentrerà sull'analisi della migrazione dal Messico agli Stati Uniti.
Questo il video con cui il docente ha aperto la lezione:
La canzone è di David Rovics, un cantante folk impegnato. Scritta con riferimento al muro che divide Israele e Palestina, è qui stata trasposta a quello che separa il Messico dagli Stati Uniti, le immagini provengono da lì.
A riprova che alcune idee, prima di essere estreme, sono innanzitutto vere.
26 agosto 2008
C-BAL
Correvo su terra e sassi chiari guardando i boschi poco lontani. In alto gli uccelli volavano formando anelli nell'aria. Il sentiero proseguiva in salita e si adagiava sulle pareti. Incantevole. Ascoltavo musica e correvo avvicinandomi agli uccelli. Ho cercato di capire cosa fossero: erano neri, pensato a dei grossi corvi. In America, si sa, tutto è giant: persino gli insetti, contro i quali abbiamo zanzariere alle finestre.
Tuttavia non potevo esserne certa poiché non portavo né occhiali né lenti. Per questo motivo mi sono fermata vedendo poco oltre due animali, sempre scuri. Ho sperato volassero via e non fossero, al contrario, incontri sconvenienti. Infatti così è stato. Sospiro di sollievo e ancora via, ma per poco. A pochi passi da me se ne stava appollaiato un avvoltoio di piccole dimensioni. Sopra la mia testa volavano piccoli condor (non grossi corvi). “Conosciuti per essere animali carnivori, si cibano solo di carcasse di animali”: la spiegazione razionale fornitami dal cervello, lungi dal convincermi, è stata ampiamente superata dalle tante immagini di film western dove dei loro cugini si muovono tra ossa umane.
Ma poco dopo, superata una specie di rimessa, ho notato qualcos'altro. Ho guardato meglio stringendo le palpebre per la miopia: a una trentina di metri un capriolo. Silenziosa ho tentato di ridurre la distanza. Ci siamo osservati, doveva essere una femmina perché raggiunto dal suo piccolo, si è inoltrato nel bosco. Wow!
Tuttavia, siccome il coraggio non è tra i punti forza del mio carattere, temendo d'incrociare animali meno timidi, ho ritenuto fosse più saggio darsi alla perlustrazione dell'area solo dopo uno studio della fauna locale.
Aperta la porta dell'appartamento qualcosa è cambiato: m'ha preso un freddo incredibile. Un po' di stretching e la doccia avrebbero dovuto aiutarmi, invece nulla.
Solo dopo aver indossato la felpa e i pantaloni lunghi mi sono accorta che avevano riparato l'impianto di condizionamento.
Come rovinare un pomeriggio perfetto.
Dormo sotto il bochettone. Sono riuscita a chiuderlo, ma non mancano gli spifferi. Ad agosto mi tocca dormire con la coperta! Se avessi un sacco a pelo mi sistemerei in balcone.
Incazzata come un pitone sorridente e forzando toni gentili, ho chiesto alla ragazza della porta accanto di ridurre la temperatura del frigorifero: mi ha concesso 2° (fahrenheit?).
Io, come qualsiasi altra persona normale, non riesco a capacitarmi di questo inutile spreco di soldi ed energia per reperire la quale si mettono a far guerre.
Basta stare dieci minuti in un qualsiasi edificio per avere conferma della bufala (a cui credono solo loro) che vorrebbe gli USA esportatori di pace e diritti.
Prima di esportare la democrazia, importate il buon senso!
Val la pena cogliere l'occasione per risentire quella canzone che fa: America, America... (solo adesso riesco a capire la frase "l'incubo ad aria condizionata": non era la metafora che credevo)
25 agosto 2008
In caso di gita.
24 agosto 2008
Foto mancante
Stamattina sono andata a messa in una chiesa cattolica. Mi piace scoprire come nei diversi paesi vivono il medesimo rito. Qui, ad esempio, riescono ad avere canzoni ancora più noiose delle nostre, terribile.
Arrivata la celebrazione eucaristica due persone si accostano alle file di panche e “dirigono il traffico” della comunione stringendo la mano al più esterno e poi a tutti gli altri che a mano a mano si alzano per partecipare all'eucarestia durante la quale, chi vuole, può pure bere il sangue di Cristo (non ho osato, ma voglio provare). Mi è sfuggito l'ennesimo pazzesco osservando come 'sta gente debba essere sempre, in qualche modo, coordinata e organizzata; l'improvvisazione (di cui noi viviamo) pare bandita.
Prima e dopo la messa il prete incontra i fedeli nell'atrio. Anch'io gli sono stata presentata. Un tipo simpatico, d'altra parte qui sono tutti tremendamente amichevoli.
La maggior parte delle persone che incontro vagando nella zona mi salutano con tanto di sorriso e non solo al campus, talvolta anche dalle auto. Poi se gli sguardi s'incrociano per più di qualche secondo scatta il “How are you doing?” (o varianti ancor più complesse) che sta per il più semplice “How are you?”. Mi sono serviti diversi giorni per capirlo, all'inizio mi limitavo ad un sorriso. E, in realtà basta quello: non credo gliene freghi niente di come ti va la giornata perciò, se la risposta non arriva immediatamente (e intendo l'avverbio usato letteralmente!), capita che ritornino alle loro occupazioni addirittura voltandosi. D'altra parte loro sono abituati e hanno la risposta automatica, io sono stranita e il mio troppo lento “and you?” non viene nemmeno colto. Cercherò di velocizzarmi.
Tuttavia le foto mancate sarebbero state scattate in altre occasioni, in una per l'esattezza: il Pic nic del dipartimento di lingue moderne che si è tenuto oggi pomeriggio a casa di un professore di francese. Io ci sono andata con il direttore, un tizio che nel suo ufficio accanto alla riproduzione del Don Chisciotte di Picasso (è docente di spagnolo) ha posizionato un vecchio flipper e se ne va in giro con magliette improponibili di non so che diavolo di squadre di basket o baseball.
Dalla sua vecchia jeep si sono aperte davanti a me le famose distese di granturco. Il viaggio è durato una quindicina di minuti, ma scesa dall'auto mi sembrava di essere lontanissima, veramente altrove, proprio in America (per l'ennesima volta).
Il pic nic sarebbe consistito in un maiale arrosto più altri manicaretti preparati (o meglio, in gran parte acquistati) dagli ospiti.
Mi è bastato avvicinarmi alla casa per vedere il porco appeso a gambe all'aria sopra il fuoco. Accanto all'animale due ragazzoni con almeno qualche tratto a lui comune, ma in posizione eretta e vestiti con t-shirt stracciate e sporche di cenere. Con le braccia robuste si versavano birra in gola e sistemavano il fuoco. Per un istante ho temuto di essere capitata ad un raduno della lega. In realtà uno dei due addetti doveva essere il figlio del professore e la carne si è rivelata deliziosa. Non mi sono fatta pregare per portarmene a casa una schiscetta.
Al pic nic che in realtà da noi sarebbe stato definito un aperitivo (ma iniziato prestissimo) hanno preso parte tutti i professori, gli assistenti e la segretaria del dipartimento, una donnina oltre i cinquant'anni che è arrivata ansimando una spiegazione al ritardo con un paio di jeans, una t-shirt bianca troppo grande, dei sandali sportivi ai piedi e in testa, tra i corti capelli biondi una visierina nera. Veste in modo simile anche sul posto di lavoro. Capirete perché, facilmente, mi sono guadagnata già diversi complimenti sull'abbigliamento.
Io ho portato un rosso californiano che mi è costato 7 $ e il dover esibire un documento d'identità, ma, riposto su uno scaffale, non è stato toccato. Birra, coca e acqua sono state le bevande più gettonate.
In realtà se non fosse stato per la novità, la merenda sarebbe stata parecchio noiosa. Mi sa che assolti i miei doveri tenterò di frequentare gli altri dipartimenti. Già vidi soggetti più appetibili ;-)
Ai pazienti lettori fin qui giunti regalo il grottesco stemma (o logo?:-) della DePauw University.
23 agosto 2008
Cleaning day
We finally feel at home (at least a bit more :-)
*Actually we hadn't cleaned the mirror yet. But I can assure you that everything looks better now and I like this old place. Soon more photos.
22 agosto 2008
In fondo.
Varie volte sono stata, infatti, tentata a sperperare soldi destinati a ben altri obiettivi (v. post precedente)
Prima ho trovato un negozio di underwear e maglie e pantaloni e altro ancora di Victoria's secret (pare sia molto in voga e ne hanno motivo) all'interno del quale stavo cedendo alla tentazione di comprarmi una felpetta azzura so cute per 44 $. In seguito sono riuscita, solo guardando il tabellone del centro commerciale, a capire dove avrei trovato i prodotti di cosmetica naturale, e una volta raggiunto l'ameno luogo, ci stavo lasciando ben 80 $ (più le tasse che qui aggiungono dopo).
I hate me, but I love shopping. E questo luogo temo invogli a peccare.
Sono riuscita a limitarmi ai bisogni:
delle lenzuola (bisogno), una sorta di piumino (bisogno), un bagnoshiuma e uno shampoo “sostenibili” (bisogno :-), un paio di crocs (bisogno: non ho le ciabatte per casa!).
Mi ero quasi ripresa dal nervosismo accumulato per i vari disagi quando ho scoperto che la spagnola oltre ad avere una stanza singola, ha pure la lavanderia in casa e for free... L'ho lasciata mentre ricordava di essere riuscita a vincere un ferro da stiro la sera prima e, sorridendo, affermava: venite da me a fare il bucato: “My laundry is your laundry” (I wouldn't say the same, io).
Siccome i miei due ripiani del frigorifero apparivano deserti ho deciso di acquistare qualcosa per fare colazione così, non avendo trovato un supermercato nel capoluogo, sono andata in mensa dove, finalmente, ho notato alcuni scaffali adatti alle mie esigenze.
Per 6,66 $ mi sono portata a casa uno yogurt discreto, del latte di soia biologico al cacao e...
*La freccia indica no genetically modified organism e il succo non mi sembra appartenere a grosse multinazionali
In fondo ci vuole così poco a rendermi felice :-)
21 agosto 2008
I seriously need a car
20 agosto 2008
Please take only what you need
Ogni commento è lecito (quasi ogni).
Una ragazza sorpresa del mio stupore mi ha inoltre detto che all'entrata del Wellness Center (sorta di infermeria del Campus) ce n'è una boccia di vetro trasparente piena. Ho riflettuto se il mio essere basita fosse da ricondurre al fatto che ho frequentato la Cattolica, così ho pensato alle volte che ero stata in statale... manco la carta igienica. Ad ogni modo, data la raccomandazione riportata, anche qui (maybe) si era pensato a una rivendita non autorizzata.
19 agosto 2008
Not just the plumber
Le mie coinquiline apparivano tranquille e sembrava non risentissero del disagio. A loro dà più noia non avere l'aria condizionata (di cui non c'è assolutamente bisogno). Dev'essere che le coreane non vanno in bagno.
Morale: non tutto è come sembra :-)
Il problema attuale, dunque, resta l'alloggio. Una parte di me vorrebbe cambiarlo e chiede una stanza singola come tutte le altre Teaching Assistant. Non si sa perché io sia l'unica a stare in doppia e, per di più, in una stanza dalle dimensioni ristrette. Stasera, inoltre, ho scoperto che il letto a castello, che già mi dava l'impressione di essere troppo alto e instabile, è in realtà composto da un letto appoggiato sopra un altro. Me l'ha fatto notare la francese (giovane, ma scafata) sollevandolo. Quando si dice "norme di sicurezza".
Nonostante ciò l'anima vintage (o decadente?) che ho se ne è già innamorata.
Appena entrati ci si trova in una grande stanza occupata da un divano, due poltrone e due tavolini di cui uno più alto per mangiare. Sulla destra c'è la cucina comoda e funzionale, mentre la porta a sinistra introduce al corridoio che porta alle stanze e, in fondo, al bagno.
Pareti e porte sono bianche, ma lontano dal color elettrodomestico delle case nuove, sfatto.
Al momento devo ammettere che il tutto versa in pessime condizioni: non abbiamo ancora pulito se non l'indispensabile e ci limitiamo alla sopravvivenza...
Le mie coinquiline sono stanche (quella nella foto è Erica che si è addormentata lasciando il mac vicino al cuscino) mentre io prendo tempo, o meglio, cerco di capire come muovermi. Puntare i piedi e chiedere un trasloco altrove, incrociando le dita per i coinquilini, o accettare, rischiando la vita ogni notte, e soprattutto mattina, mentre scendo dal letto? Questo il dilemma. In realtà ci sarebbe anche il problema con le prese della corrente: molte non funzionano e mi accorgo solo ora che alla cucina manca la porta. Calcolando che Sooran ha intenzione di cucinare... (adesso ore 23:00 sta cuocendo il salmone, però mi ha chiesto scusa per eventuali odori. In fondo non puzza tanto: fan più le mie zuppe invernali).
Nel tunnel.
La mia compagna di stanza mi ha appena regalato un astuccio e un segnalibro che ha portato dalla Corea. L'altra coinquilina sono tre giorni che mi presta oggetti che dovrò acquistare almeno in parte. Entra in gioco anche il risvolto emotivo. Not just the plumber.
18 agosto 2008
Come in un film
Prima di tornare a casa, ho scoperto che, a circa 50 metri da dove abito, c'è una specie di motel: uno di quelli con le insegne luminose molto american e molto pop.
Insomma, per farvi un'idea, pensate a ciò che vedete nei film: UGUALE!!!
17 agosto 2008
Incredibile nostalgica... di già!?!
Metti sotto un cielo sereno degli amici, un po' da bere e da mangiare, con la musica che va e si fa sorrisi per l'aria. Cosa c'è di altrettanto bello? (a me viene in mente solo un'altra ipotesi ;-).
Grazie a chi c'era, peccato per chi non poteva.
-Doveva essere un abbraccio prepartenza, ma sono riuscita a caricarlo solo ora-
Un abbraccio dall'Indiana agli Amici
VI VOGLIO BENE :-)
16 agosto 2008
Prime impressioni
Stamattina anche peggio: ho fatto colazione nella hall di un motel tra omaccioni già in età agghindati con gilet di pelle, t-shirts e jeans. Le consorti vestite in maniera simile mostravano di condividere la passione per l'Harley. Uno stemma appiccicato alla pelle di un giubbotto recava la scritta "in memoria di tutti i motociclisti: non vi dimenticheremo", su una maglietta invece campeggiava "vietnam veterans", ma non sono riuscita a capirne il senso dato che era in parte nascosta dalle bretelle...
Manca solo la camicia scozzese ed ecco l'americano tipico che mi è stato proposto, infatti i pick up (altra caratteristica evidenziata dell'uomo che potrei trovarmi) non mancano. Comunque no grazie.
Sono già due giorni che mi sono rassegnata a dover momentaneamente abbandonare i miei boicottaggi. L'acqua è praticamente tutta della coca cola company, i succhi 100% frutta pure. Solo all'areoporto di Indianapolis ho trovato un'altra marca. L'ho acquistata soddisfatta: era nestlé. Quella del rubinetto ovviamente fa schifo.
Cercansi soluzioni.
Sono ancora più stanca di ieri, ma stasera ho una casa e una camera da dividere con una coreana.
Le ore indicate nei post da ieri in poi sono ovviamente quelle col fuso orario di Indianapolis: meno sei ore rispetto all'Italia.
15 agosto 2008
Departure (I) - Arrival (USA)
Ho faticato sino alla sera prima lottando con il peso delle valigie, ma ce l'ho fatta.
E' vero, ho dovuto pagare 34 euro per eccedenza di bagaglio, ma sto via un anno!
Scontato ovviamente è il lap top con annesse cuffie per skype, chiavette etc.
E, per un tentativo di sana sopravvivenza, sia pasta che moca unita a un chilo di caffè rebelde del Chiapas
7 agosto 2008
Prepartenza con partenze
4 agosto 2008
29 luglio '08, BIKO's performance
Bella serata: festosa direi con Fabri che dipingeva mentre Rafael (tromba), Flavio (basso) e Alessio (batteria) suonavano. Qualche donzella ballava. Poco distante il lago e villa Geno. Ce ne vorrebbero spesso di evasioni così.