12 ottobre 2008

Also a wedding

Se avessi capito subito che si trattava del vero e proprio ricevimento dopo il matrimonio probabilmente non ci sarei andata. Non amo partecipare a questo genere di eventi in Italia, figuriamoci all'estero, tra gente tra loro imparentata e a me sconosciuta.

O forse la tentazione di vedere come festeggiano qui sarebbe valsa più del timore. Tant'è che mi sono trovata al banchetto nuziale di una giovane coppia. E la risposta è: NOIA mortale come da noi se capiti al matrimonio sbagliato, cioè nella maggior parte dei casi.
Si sposava il cugino di J. (il primo ragazzo conosciuto, il "quasi pastore" col quale ormai, dati gli esordi, mi sento molto "comfortable").

Arrivati all'areoporto di Greencastle (non hanno i bus, ma un piccolo aeroporto per gli aerei privati: paradosso ad hoc per il paese) sotto un sole d'agosto ed una temperatura da pennica sul prato in maglietta e pantaloncini, siamo dovuti entrare nell'hangar chiuso quasi in modo ermetico per non disperdere il raffreddamento artificiale (alias: aria condizionata) e l'atmosfera natalizia creata da candele e piccole lampadine.

Ore cinque meno un quarto circa, gli sposi non sono ancora arrivati dal giro foto, ma la gente è già in fila davanti al buffet FOR DINNER.
Importante da sapere se vi trovate da queste parti e v'invitano a mangiare.
Prima delle 10.30 A.M. direi COLAZIONE.
Dalle 11.oo A.M. alle 2.00 P.M. PRANZO. Difficilmente uscirete a pranzo alle due, molto probabile invece verso le undici e trenta.
Dalle 4.00 P.M. in poi DINNER.
Ignoro quando e se facciano merenda.
Da noi si direbbe orari da ospedale, ma in pratica non hanno orari.

Ci mettiamo in fila pure noi tra altre persone annoiate. Il posto è freddo e kitchissimo...
J. mi presenta suo padre, la moglie di suo padre, le loro figlie, una delle quali di soli venticinque anni da compiere sposata con prole e poi arrivati gli sposi, suo cugino.
Sono tutti molto gentili, ma penso comunque che avrei potuto contentarmi di vedere le damigelle d'onore nei film, invece di sperimentarne la visione dal vero.
Arrivate a cena molte di loro hanno sostituito le scarpe eleganti con le infradito di gomma, c'è chi invece ha assistito alla cerimonia in modo informale sin dall'inizio.
Alle sei si serve la torta: gli sposi la tagliano e devono tentare di sporcarsi la faccia reciprocamente. "Lo fate anche in Italia?". Scuoto la testa mordendomi la lingua: "zitta".



















Un'altra usanza è il lancio della giarrettiera che in questo caso il marito si accinge a trovare. Fortunatamente l'inglese funge da ulteriore freno al dire.
Siccome siamo nel mid-west patria dei cornfields, il matrimonio è a tema.



















Mi sa che J. stavolta m'ha fregata: cercava qualcuno con cui condividere l'incombenza...
E nonostante ciò non voleva nemmeno farsi ritrarre affermando che nella foto sarebbe stato as a dork (da sfigato).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

grasso molto kitsch american wedding!!
hai già visto questo video?
http://www.storyofstuff.com/
Baci, M

Anonimo ha detto...

negli incubi migliori io ritrovo sempre il mio matrimonio in un posto cosi :-D la dice lunga

lili ha detto...

@marcella - kitchissimo: ammetto di aver assistito a scene di pessimo gusto anche in Italia... Ma in questo caso mi dovevo persino convincere che si trattava di nozze vere... Non so perché non riuscivo a capacitarmene.
Il video l'ho visto, ma credo tornerò a vederlo. Baci

@ale - allora non sono l'unica a fare incubi tremendi e grotteschi! Però almeno mi risparmio il mio matrimonio, in realtà una volta è capitato: ne ignoro il motivo, ma scappavo davanti a un abito da sposa... Spero che tu faccia lo stesso dato lo "sfarzo", ma la sposa? :-P

Anonimo ha detto...

ma a me dello sfarzo frega poco, è la sposa il guaio!! Io non ci riesco... :-D