18 ottobre 2008

Spiegazione importante (secondo tentativo)

Nelle intenzioni dell'autrice, rispecchiate nel titolo, nella descrizione e nelle premesse, questo blog dovrebbe essere una sorta di diario di viaggio. Ma non solo. Anche, o forse soprattutto, un luogo dove poter condividere le impressioni nate dall'esperienza avviatasi due mesi fa.

On lili's road come percorso della scrivente, la quale, grazie a parole, note e immagini mostra lati di sé che magari non trasparirebbero nelle due chiacchiere di fronte ad un caffè. Uno di questi può essere la vena malinconica celata con facilità da un sorriso, ma acuita da una tensione verso un obiettivo che manco lei si è ancora figurata e dall'insoddisfazione latente per ciò che fa.

Tuttavia chi ci ha trascorso del tempo lo sa, colei di cui si parla ama stare in compagnia: divertirsi, rilassarsi e appassionarsi di quel che le sta intorno.

Insomma non è che son qui a farmi le pippe mentali perché non ho il mio letto, la mia piccola comoda auto e l'amica con cui fare chiacchierate nella gentil favella davanti a un cappuccio in centro (che comunque sarebbero già buoni argomenti). Quando dai post traspare sofferenza è perché non riesco più a farne ironia.

Dai commenti e i messaggi giunti, temo però che l'intenzione di non appesantire i post, mi abbia allontanato da una precisa descrizione della realtà che sto vivendo.
È ora di recuperare prima che pensiate che sia una depressa cronica.
Leggete e fatevi una mappa mentale. Cercherò di essere il più concisa e oggettiva possibile.

Greencastle, ormai il nome è noto, il paese in cui vivo.
Per avere solo diecimila anime in fondo non è così male, ma è sparso su un territorio troppo vasto che non può essere percorso a piedi.
Vicini (tra i due e i quindici minuti a piedi) ci sono solo il campus, la chiesa, la posta, la banca, un grosso alimentari, un piccolo cinema, qualche rigattiere e due tre locali carini (tra questi il Bluedoor).
Ma detto così appare rispettabilissimo.

Risposta.
Oltre il campus e le case dei residenti solo campi di granturco e soia, soia e granturco. Ciò signifcia che prima di raggiungere Indianapolis, Bloomington o qualche cittadina più grossa dove poter fare degli acquisti, visitare, ascoltare qualcosa o solo cambiare aria, sono necessari un minimo di quarantacinque minuti in auto.
Gli stessi autoctoni mi hanno fatto notare che qui non si indicano le miglia, ma il tempo che si trascorre in macchina. È infatti questo il miglior modo per capacitarsi delle distanze non essendoci altri mezzi di locomozione. Si ignora il trasporto pubblico. Niente bus, pullman o treni. C'è una stazione a circa mezz'ora, ma per i treni merci. Se non hai l'auto sei fottuto: sono fottuta.
Un americano sui sessanta che quest'estate è stato in Italia ha dato questa definizione alle FS: “In Italy the trains are amazing! You can go everywhere!”. Credo l'entusiasmo a riguardo sia esaustivo.

Per fare acquisti di vestiario decenti bisogna andare in qualche mall (shopping center) distante almeno una mezz'ora. Per oggetti vari con prezzi e qualità da studenti c'è un grande centro commerciale a circa dieci minuti d'auto. Due volte alla settimana una navetta parte dal centro del campus piena di studenti internazionali (soprattutto asiatici) e vi si dirige. Tempo concesso un'ora, non di più né di meno. Gli acquisti devono limitarsi allo spazio esiguo. Sinceramente mi pare sempre di essere una detenuta quando sfrutto il servizio. La penultima volta scendendo m'è volato un bottiglione d'acqua che dopo aver faticosamente trasportato ho in un attimo perduto, scappato un bel “vaff...” in italiano che tutti han capito.

Il campus offre attrezzature sportive, biblioteca e mensa. Gli studenti tra i diciotto e i ventidue lo animano organizzando feste dove chi può s'ammazza d'alcool come neppure nella mia prima adolescenza. D'altra parte qui non possono bere sino ai ventuno così dopo recuperano il tempo perduto.

Pure le mie coinquiline hanno sfortunatamente scoperto i parties e hanno iniziato a darne almeno uno a settimana. Forse perché l'ultima volta la mia compagna di stanza rischiava il collasso, sabato scorso hanno sostituito (o unito) l'alcool con la red bull... Mi son cadute palle e occhiaie per terra.
Ho nuovamente chiesto di cercarmi una stanza singola: nonostante l'impegno, la divisione della stanza mi è ogni giorno più difficile.
Mi mancano i miei spazi. I pochi metri quadrati della stanza ornati dal letto a castello mi ricordano talvolta una cella. In aggiunta E. punta sveglie a orari improponibili, salvo poi non sentirle o decidere comunque di non usarle. La sottoscritta però si sveglia e talvolta sconvolta in un confuso dormiveglia s'alza pure!
La casa ovviamente ha solo il necessario: abbiamo persino dovuto acquistare le stoviglie e non abbiamo la lavanderia che faccio dagli amici per evitare i costi di quella a pagamento.

Tra questi disagi devo lavorare (venti ore a settimane tra T.A e Women Center), seguire le lezioni (10 ore a settimane), studiare, rendere conto alla burocrazia statunitense (prevedo un post a riguardo), fare acquisti, cucinare, lavare e sistemarmi (l'appartamento versa in condizioni pietose), cercare di mantenere rapporti con gli amici dentro e fuori il campus per piacere e non rischiare la depressione.

Naturalmente il tutto s'ha da fare in inglese. Fidatevi: non è facile.
Scrivere il blog pure occupa il residuo della giornata.

Fortunatamente domani vado per una settimana a Miami, mi ospita la sorella di un amico italiano (grazie A!;-). Sicuramente una pausa mi farà bene. Speriamo di non finire come nella tremenda pubblicità della nota compagnia di crociere al ritorno.

Tempo e connessioni permettendo darò aggiornamenti dall'on the road, ma prometto che non sacrificherò nemmeno mezzo raggio di sole per lo schermo del lap top. Dunque vedremo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Vai Miami ti aspetta! Rilassati, ricaricati e rincuorati!!!

Davvero un bel Post, magari difficile per te, ma l'ho trovato davvero Umano.

Buon viaggio!
Ciao Lili

Dario

Antonio LdF ha detto...

Beh, allora il mio sabato sera a casa a godere il silenzio, la camera e un bel plaid è paradiso!
Povera..cosa possiamo fare per tirarti su?
:-)

lili ha detto...

@Dario - grazie, so che mi capisci veramente. Ma... mi spiegherai meglio l'aggettivo "Umano"?

@antonio - esattamente, poi se penso che la gentile signora che ti affitta la stanza ti lava, stira e cucina, credo tu possa considerarti nella rosa dei beati!