24 settembre 2008

Ultimo assestamento

In seguito agli ultimi post e alle riflessioni fatte, considero terminato l'assestamento.
Certo ci sarà qualche inevitabile strascico nelle prossime settimane, ma ho deciso che con oggi, a un mese e otto giorni dal decollo, la prima fase deve dirsi conclusa. Non posso aspettare che venga da sè: è un po' come smettere di fumare o mettersi a dieta: bisogna affrontare la svolta con decisione. Sperando di non assumere l'atteggiamento del famoso personaggio Sveviano o il mio per le diete! In questa circostanza sarò più furba e mi lascerò dei sani margini di sbandamento.

A riprova della decisione sono andata in biblioteca a fotocopiare del materiale da studiare. Lì ho incontrato V., il German Teaching Assistant, che si stava leggendo i dialoghi di Platone (chapeau!) e mi ha fatto sentire ancora di più l'urgenza d'iniziare a studiare... Gli ho detto che avevo cambiato un corso con quello di "College Writing for Non native speakers". Ha scosso la testa affermando che non ne avevo bisogno: troppo facile. Ho spiegato che ho bisogno di qualcosa che mi permetta di evitare lo studio, c'è la letteratura americana tra le priorità su cui concentrarsi e il lavoro.

- Perché io lavoro veramente come Teaching Assistant! - gli ho ricordato. L'ambiente alemanno del dipartimento di lingue moderne è infatti molto rilassato. Ridendo mi ha detto che in giornata una ragazza si era presentata in ufficio per fare un po' di conversazione.
- Una sola persona! Io ne ho quaranta a settimana... -
Siccome era tardi hanno cenato insieme.
- Sei proprio un galantuomo! Immagino fosse pure carina! -. Ha negato, ma non ci ho creduto.
- Se non fosse stata carina non l'avresti invitata a cena -. Ha ripetuto che non era vero e nuovamente non gli ho dato fede... - E sì, sì, vorrei vederla - l'ho preso un po' in giro.
(*il dialogo ovviamente si è svolto in tedesco con inciampi in inglese: ve lo risparmio che non saprei)

Abbiamo riso come ogni volta che lo vedo attorniato da donzelle a cui sorride gentile, ma delle quali mi fa notare l'artificiosità (capello biondo ossigenato, unghia lunga e perfetta...).
Il tedesco, con leggera invidia, dice che la sua popolarità è data dalla provenienza viennese: fascino tedesco e italiano concentrato in uno. Discorsi senza fondamento, ma divertenti. Lui stesso fa dell'autoironia dicendo di riferirsi, ad esempio, alla cultura italiana quando si parla di cibo. Dopo averlo visto cucinare gli spaghetti, impietosita, gli ho promesso un invito a cena con preparazione! Ha annuito volentieri, è un tipo simpatico e alla mano. Austriaco, ma studente a Berlino, ha come me un debole per la Germania dell'est e una visione dell'università americana assai affine alla mia: "Das ist Schule...(keine Uni)". Battute a parte sembra una persona attenta e parecchio intelligente.

Dal canto mio ho iniziato a valutare gli aspetti positivi di questo tipo di sistema 'cause I need to change my attitude towards this place to feel good!

Per esternare il tentativo ho acquistato la felpa dell'università (al bookstore) e non sarà l'ultima: stracomoda!

*la foto è rimasta buia e scomoda per via dell'autoscatto:non siamo intimi come qualcuno ha pensato scrivendomi!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi raccomando, lili..

se dovrai cucinare spaghetti al crucco, che siano spaghetti con la esse maiuscola..

il garabombo non c'è in america, vero?

francesco

lili ha detto...

@francesco - sicuramente in America ci sarà qualcosa che somiglia a garabombo, ma non a Greencastle. Però al supermercato c'è almeno il reparto bio dove si trova la pasta fatta solo di "semolina durum" e non centomila altri ingredienti... Dio mio se penso cosa sta entrando nel mio stomaco in questi ultimi giorni muoio: continuano a invitarmi fuori a mangiare o peggio ancora da loro, a casa... Devo trovarmi tanti validi alibi...
Any suggestions???

Anonimo ha detto...

woooooooooooow!! guarda ke i teteski sono esigenti eh, mi raccomando ben cotti e senza crauti!

lili ha detto...

@ale - credo che qualcosa gli dia sia migliore di ciò che l'ho osservato mangiare... Io perplessa (o disgustata), lui felice.