9 settembre 2008

(book)STORE

Mi sono arresa. Ammetterlo è dura, ma s'ha da fare: ho comprato i libri per il corso sul Governo americano. Non posso più procrastinare sperando che qualche anima pia mi ceda i suoi riassunti perché la settimana prossima c'è il primo compitino e, volente o nolente (e assurdità a parte), lo devo sostenere. Qualcuno mi aveva consigliato di ordinarli usati sul web per risparmiare, ma, calcolando le spese di spedizione, il prezzo finiva per essere molto simile a quello del negozio e inoltre avrei dovuto attendere vari giorni per la consegna.

Dunque, con il sostegno dell'insegnante di italiano rumena e della mia carta di credito, mi sono diretta alla libreria dell'università. Si trova sotto la mensa, è l'unica del campus. In centro c'è n'è solo un'altra.

Se non fosse per il nome riportato sopra la porta si stenterebbe a capire di fronte a quale negozio ci si trovi. Una volta entrati il disorientamento permane e sorge la domanda se quel "bookstore" sia veramente da legarsi alla parola libro o non piuttosto da considerarsi un nome, un marchio, o brand che dir si voglia. I quattro quinti del locale, infatti, sono occupati da felpe, magliette, tute, pantaloni sportivi corti, lunghi e di molteplici colori. Poi si possono trovare tazze, ombrelli, asciugamani e perfino coperte e altro che il mio cerebro non ha memorizzato. Su tutta questa mercanzia c'è ovviamente impresso il nome dell'università.
Nell'esiguo spazio restante finalmente si trovano anche dei libri.

Per evitare le sterili polemiche e i noiosi pregiudizi sinistrorsi, ho cercato una possibile soluzione. L'ho trovata nella sineddoche, figura retorica che permette di indicare il tutto con una parte. Del resto anche zainetti, shorts e t-shirts sono legate al mondo universitario... Deduzione: avranno applicato la sineddoche.

Dopo aver trovato i tre volumi richiesti, soddisfatta per essermene conquistata uno usato mi sono diretta alla cassa. Totale:145 $. Ho esitato guardando la cassiera e i banalissimi libri davanti a me. Il pagamento ha annientato l'assioma poco prima accettato.


*Il nome della University è stato oscurato dall'autrice che, beccata da una commessa a fotografare, è stata rimproverata con astio. Dicono sia proibito.
Se mi dovessero mettere in gabbia ricordatevi che alle arance preferisco la frutta di stagione.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

wow, very special, i like it.

Antonio LdF ha detto...

Ah ah, un discorso da scolaretta quasi!
:-P

lili ha detto...

@cool dude game - what do you like? and above all, who are you?

lili ha detto...

@antonio - infatti, e questo non fa che accrescere il nervosismo ;-P

Anonimo ha detto...

Mi consola: Il carolibri non è un fenomeno solo italiano!
Mi avvilisce: libri sempre più cari, stiamo sempre più scivolando verso il baratro americano.

Anonimo ha detto...

....io nel dubbio comprerei su IBS anche "Le mia Prigioni"....scherzo...era un pò che non buttavo il naso nel blog ed ho visto che nelle puntate precedenti cìè la moto più tamarra del creato...spettacolo.

.....per il "caro tutto" ci solo solo due rimedi:
1) la rivoluzione
2) gli scienziati del CERN che toppano la collisione e creano un Black Hole Totale!!!...ci diamo a sesso e rock per due giorni e poi diventiamo una cacchetta di mosca nell'universo.


resisti e spacca tutto agli esami...

Enrico

lili ha detto...

@taba - in me prevale l'amarezza (ma anche l'incazzo non scherza).

@enrico - in generale sto seriamente iniziando a pensare ad uno sciopero. Ma forse da queste parti è di più facile realizzazione la tua seconda ipotesi ;-)